Mi vuoi chiedere qualcosa? Manda una mail

All’autunno di John Keats e un vestito giallo tartan vintage

Appena ho visto questo vestito tartan dall’aria vintage, avevo subito in mente l’outfit che avrei voluto realizzare a tema dark cottagecore. Una mantella nera, scarpe scure e collant. Unico gioiello, la collana di vetro realizzata a mano che parla di api che salutano i fiori tardivi d’autunno.

outfit con vestito tartan vintage

Volevo trovare qualcosa che riuscisse a esprimere l’atmosfera di questo momento dell’anno, quando le prime nebbie abbracciano i boschi, l’odore di terra si spande per i sentieri e dentro le case è un risuonare di crepitii della legna e di scricchiolii di caldarroste da sbucciare. Poi è arrivato Keats, John Keats.

Il caro vecchio Keats ho imparato ad amarlo alle superiori durante le lezioni di letteratura inglese, per poi scordarmene qualche anno più tardi, insieme a tutte quelle cose che magari sono riuscite a toccarci nel profondo, ma che in maniera misteriosa non riusciamo a portarci dietro. È successo così con lui e con Pascoli e con chissà chi altro!

Il bello di queste cose però è anche ritrovarle per sbaglio e sentire che toccano le stesse corde di un tempo, che sanno comunque come emozionarci e come parlare di nuovo la nostra stessa lingua. Ecco, è così che con l’autunno Keats è tornato.

All’autunno di John Keats

Stagione di nebbie e morbida abbondanza,
Tu, intima amica del sole al suo culmine,
Che con lui cospiri per far grevi e benedette d’uva
Le viti appese alle gronde di paglia dei tetti,
Tu che fai piegare sotto le mele gli alberi muscosi del casolare,
E colmi di maturità fino al torsolo ogni frutto;
Tu che gonfi la zucca e arrotondi con un dolce seme
I gusci di nòcciola e ancora fai sbocciare
Fiori tardivi per le api, illudendole
Che i giorni del caldo non finiranno mai
Perché l’estate ha colmato le loro celle viscose:

Chi non ti ha mai vista, immersa nella tua ricchezza?
Può trovarti, a volte, chi ti cerca,
Seduta senza pensieri sull’aia
Coi capelli sollevati dal vaglio del vento,
O sprofondata nel sonno in un solco solo in parte mietuto,
Intontita dalle esalazioni dei papaveri, mentre il tuo falcetto
Risparmia il fascio vicino coi suoi fiori intrecciati.
A volte, come una spigolatrice, tieni ferma
La testa sotto un pesante fardello attraversando un torrente,
O, vicina a un torchio da sidro, con uno sguardo paziente,
Sorvegli per ore lo stillicidio delle ultime gocce.


E i canti di primavera? Dove sono?
Non pensarci, tu, che una tua musica ce l’hai –
Nubi striate fioriscono il giorno che dolcemente muore,
E toccano con rosea tinta le pianure di stoppia:
Allora i moscerini in coro lamentoso, in alto sollevati
Dal vento lieve, o giù lasciati cadere,
Piangono tra i salici del fiume,
E agnelli già adulti belano forte dal baluardo dei colli,
Le cavallette cantano, e con dolci acuti
Il pettirosso zufola dal chiuso del suo giardino:
Si raccolgono le rondini, trillando nei cieli.

all'autunno keats
francesca giagnorio autoscatto

L’outfit con vestito tartan giallo vintage e l’autunno

La cosa che più mi dà gioia di questa stagione è l’esplosione dei colori dei suoi frutti. Castagne, uva, zucche, fichi e prugne, il mutare delle foglie e la trasformazione del bosco. Amo lo zampettare degli uccellini alla ricerca di qualche semino o briciola di pane, e l’adrenalina di quando mi accorgo che due occhietti da cerbiatto (o nei casi più belli, da cervo) mi fissano lontani nel bosco. La poesia dell’autunno è qui, nel suo mutare e nella sua preparazione al rinnovamento.

Per questo outfit ho deciso di fare un po’ come nelle stanze di Keats, quando nella prima si parla dei giorni caldi autunnali che sembrano un po’ il prosieguo dell’estate.

Quando ancora si continuano a indossare le mezze maniche e, alla luce del sole, si ha quasi la tentazione di tornare al mare e affondare i piedi nella sabbia. I giorni caldi, l’estate di San Martino non può durare per sempre e lasciarci abbracciare da una calda mantella dai colori del sottobosco o della legna bruciata nel camino può essere una buona idea.

Se però l’autunno è una promessa di primavera e di rinnovamento, è lecito indossare uno dei miei gioielli preferiti realizzato completamente a mano.

La promessa di primavera, la mia collana in vetro con ape

La mia amatissima collana di vetro con ape di Kathryn Greer, una creator scozzese trasferitasi in Francia qualche anno fa. Come ti spiegato nel post sui gioielli di pasta di vetro dedicato a lei, ogni monile è unico nel suo genere e tutti i dettagli al suo interno come api, fiori o piccoli insetti sono realizzati con una tecnica magistrale.

collana in pasta di vetro con ape e fiori di Kathryn Greer

I colori della collana si sposano alla perfezione coi colori della stagione e la piccola ape che vaga all’interno del cameo sembra proprio una di quelle di cui parla Keats nella prima stanza. Sta passando tra i fiori tardivi per riempire le sue ultime celle vuote col miele.

L’autunno, la sua bellezza e la nostra voglia di conservarla nel nostro armadio, anche con un vestito tartan vintage,

[learn_press_profile]

Ti è piaciuto questo articolo?
Condividilo dove (e con chi) preferisci

Francesca Giagnorio

Francesca Giagnorio

Content creator appassionata di fotografia! Vivo in mezzo alla natura e ho trovato la mia anima nel cottagecore.

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.